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Date Posted: 23/06/03 Mon 16:10:25
Author: Paolo
Subject: Re: Genova vs Roma: articolo secolo XIX - Aggiornamenti
In reply to: Giancarlo 's message, "Re: Genova vs Roma: articolo secolo XIX - Aggiornamenti" on 20/06/03 Fri 11:43:18

sul sito Rugby.it ho trovato questa lettera di Veltroni (sindaco di Roma) in risposta ad un'altra (di seguito). Come romano, continuo a nutrire speranze e compiacemento per l'interesse di Veltroni sperando che porti i tifosi del Flaminio a sentirsi in pieno clima rugbistico come non dubito sia a Genova. Per quanto riguarda i tifosi del calcio, qui a Roma è una cosa che in linea di massima non mi piace affatto; dopo Italia-Galles per l'Irlanda lo stadio era pieno (ci vogliono prima le vittorie, poi la pubblicità), ma era costellato di gruppetti di ultrà che con il senso civile che contraddistingue il rugby non avevano nulla a che fare, meglio le poltroncine vuote.
un saluto e scusate la lunghezza

Paolo


Caro Tinari, rispondo volentieri alla sua gentile lettera aperta rivolgendomi anche a tutti gli appassionati romani di quel nobile e glorioso sport che è il rugby. Anzitutto un’assicurazione: per quel che concerne le nostre possibilità, questa Amministrazione farà di tutto affinché il torneo Sei Nazioni resti nella Capitale.
segue la lettera aperta di Claudio Tinari

Per la sua tradizione sportiva, per la sua attitudine ad essere un aperto ed ospitale crocevia di popoli e culture differenti, Roma merita di essere la sede del Sei Nazioni. Così come credo che anche questo storico torneo abbia tutto l’interesse a rimanere in quella che a ragione viene considerata una delle città più belle del mondo.Come lei stesso ha gentilmente ricordato nella sua lettera, la nostra attenzione nei confronti del movimento rugbistico è stata costante, anche sulla questione Sei Nazioni. Ricordo, alla vigilia della partita con l’Irlanda, l’incontro avuto in Campidoglio con la squadra azzurra guidata dal presidente federale Giancarlo Dondi. Fu quella l’occasione, oltre che per ribadire la vicinanza del Comune all’Italia di Kirwan, per lanciare un appello ai romani affinché riempissero le tribune del Flaminio. Certo, gli appelli non bastano. Per far sì che il Sei Nazioni diventi a pieno titolo uno dei principali eventi sportivi della stagione romana, occorre una seria politica di coinvolgimento della città.
Caro Tinari, come lei ben sa non siamo certo noi ad aver ventilato ipotesi di trasferimento del torneo da Roma. È la federazione rugby che sceglie, che ha in materia l’ultima parola. Da parte nostra, ribadisco però tutto l’impegno a non far perdere alla città un simile evento internazionale. Considero dunque di grande importanza che un gruppo di imprenditori romani appassionati di rugby, si siano mobilitati per impedire che il Sei Nazioni venga trasferito. È proprio per questo, caro Tinari, che accolgo volentieri l’invito per un incontro in cui elaborare insieme soluzioni innovative che possano contribuire ad esaltare, come meritano, le partite del Sei Nazioni a Roma. Le posso anticipare che come Comune potremmo pensare ad acquistare un certo numero di biglietti da distribuire gratuitamente nelle scuole.
Ci vediamo presto in Campidoglio, cordiali saluti.

Walter Veltroni
Sindaco di Roma



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La lettera aperta di Claudio Tinari

Ho avuto la fortuna di conoscere il sindaco. Era un giorno un po’ speciale, era la festa della Repubblica e a Roma era appena terminata l’ennesima sfida tra Orazi e Curiazi.
Sullo sfavillante manto erboso dello Stadio Flaminio due squadre di rugby della capitale avevano appena giocato la finale nazionale del Campionato Italiano under 19 di fronte a quasi 5000 spettatori e di fronte al sindaco.
Non ha resistito all’entusiasmo il nostro primo cittadino, è sceso in campo, è sceso in campo ed ha voluto premiare uno ad uno i protagonisti di questo apparentemente piccolo ma enorme pomeriggio.
E chissà se anche Lui ha pensato quello che ho pensato io… che la Roma del Rugby è viva, esiste e che se messa in condizioni di attivarsi può mobilitare, può comunicare, può trasmettere.
Forse avrei dovuto gridarglielo sul campo, durante la confusione della premiazione SINDACO, … WALTER, … NON PERDIAMO IL SEI NAZIONI !
Avrebbe capito al volo, avrebbe realizzato l’assurda fuga in direzione di Avignone (con capolinea Genova) di un bel pezzo di storia romana, storia sportiva, storia recente ma già centenaria che non aspetta altro che un po’ di organizzazione e di entusiasmo per tramandarsi a modo alle generazioni future. Avrebbe guardato, come ho fatto io, le tribune ed avrebbe visto tra i cinquemila moltissimi individui pronti a regalarsi per fare in modo che da Roma non emigrino le più belle partite di Rugby del mondo, che a Roma continuino a venire entusiasticamente i corretti e simpatici supporters delle nazionali che la nostra ITALIA affronta ormai a viso aperto.
E invece non ho detto nulla, ed ho sbagliato.
Siamo stati rimandati, Venerdì scorso era prevista la presentazione in Federazione Rugby della documentazione a supporto della conferma di Roma e invece nulla, non ci siamo presentati adducendo l’assenza al passaggio di consegne avvenuto in Provincia. Siamo stati rimandati al 9 Luglio ma nell’aria non sento nulla, ho come la sensazione che la città andrà in bianco nuovamente e magari stavolta daremo colpa al caldo… oppure al traffico.
Eppure il Sindaco lo ho conosciuto, ho visto la sua trepidazione ed il suo contagioso affetto per il Rugby, non posso credere che ci lasci soli proprio in questo momento. Lo può immaginare ed io glielo confermo a nome di tutte le forze vitali del Rugby romano, ci chiami per un consiglio, faccia accomodare un attimo i presunti esperti ed i così detti professionisti e ci faccia domande, ci chieda perché dalla mattina alla sera ritagliamo spazi per occuparci di palle ovali che rimbalzano in maniera errabonda, ci chieda perché mandiamo i nostri figli ad imparare la vita nel fango, ci chieda come passare oltre l’avversario nel totale rispetto delle regole… siamo esperti di cose faticose, difficili e a volte dolorose e, una volta tanto con presunzione, sapremmo come riempire lo Stadio Flaminio e come nobilitare Roma attraverso un altro grande evento internazionale.

Claudio Tinari

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